Outing

Enrico Olia. Olio su tela. 2005

Enrico Olia. Olio su tela. 2005

Io mi chiamo Arianna Musso, ho 33 anni e scrivo. Scrivo da sempre, sono una grafomane compulsiva che non riesce a smettere. Ho provato in tanti modi: mi sono diplomata all’Accademia D’Arte Drammatica Paolo Grassi in scrittura drammaturgica, mi sono laureata al DAMS di Bologna, ho scritto testi di teatro per grandi e piccini, ho anche aiutato altri a farlo. Nonostante tutto questo scrivo ancora. Peggio, la mia dipendenza si sta accentuando con l’età e ho iniziato a scrivere dell’altro oltre al teatro: ho iniziato a scrivere, orrore, dei racconti lunghi. Ai racconti brevi ci ero abituata ma, vista l’impossibilità di farli imparare a memoria a qualcuno, riuscivo a perderli in un tempo contenuto.

A mia discolpa posso dire che mi sto cercando un lavoro serio, solo nei giorni dispari a dire il vero perché nei pari devo soddisfare la mia dipendenza. Spero di poter ridurre questo tempo a qualche solitario attacco di tre o quattro giorni al mese ma non so ancora quando e se riuscirò in questo intento. La guarigione mi sembra impossibile, un miracolo che potrà avvenire solo se finirà la crisi e il mio tempo potrà essere finalmente impiegato in qualcosa di più utile per l’umanità intera. Non è vero, come tutte le tossiche cerco di dare ad altri colpe che sono solo mie e già ora scrivo cercando di non farmi scoprire da una parte di me che è cosciente dei danni che faccio a me e agli altri. Dovrebbero vendere le penne in cartoleria con la scritta: Scrivere porta a  gravi squilibri della personalità. Scrivere toglie il sonno quindi invecchia la pelle. Scrivere fa male alla vita di coppia (e qualcuno ci potrebbe aggiungere a matita: ma non al sesso). Scrivere fa male a tuo figlio. Scrivere ti espone ai giudizi altrui. Se soffri di depressione: non scrivere! -O anche-Preserva il tuo tempo: non scrivere!

In realtà oggi i miei mezzi di scrittura si sono moltiplicati, oltre che con penna e quaderno, scrivo anche su computer e, più spesso, su reader. Certo, molte persone col computer navigano su youtube, col reader leggono Anna Karenina e con la penna scrivono la lista della spesa, io faccio tutto questo e anche altro ed quell’altro è la mia malattia.

Dopo aver cercato di perdere più volte i miei scritti ed esserci felicemente riuscita, per poi tormentarmi notti intere sull’impossibilità di poter riscrivere un paragrafo, non di farlo leggere a qualcuno o, che so, pubblicarlo, ho deciso di creare questo blog. Blogger come forma di terapia.

Voi lettori, davanti ai vostri computer o alle vostre tavolette, sappiate che faccio il possibile per rendere piacevole questa insulsa vena creativa che mi ammorba, cerco di correggere e di riscrivere quanto più possibile ciò che pubblico ma a volte è proprio l’atto di pubblicare che mi rivela l’errore, il ritmo dissonante, il tempo sbagliato, la preposizione vagabonda, la virgola indisciplinata. (Quale perversione, dò persino un fine a questo cancro che mi rosica dentro, vi utilizzo per giustificami, come se qualcuno potesse trarre piacere da quest’accozzaglia di lettere e interpunzioni perdute nell’etere).  Quindi se desiderate entrare in questa patologia e peggiorare il mio malessere fatemi osservazioni, appunti, suggerimenti. Scrivete anche voi e lanciate i vostri scritti come messaggi in una bottiglia nel mare cybernetico (cerco di corrompervi, di portarvi nel mio angolo di marciapiede, accucciata con il reader in mano). Come ogni buona tossica anche io cerco compagni di dipendenza, perché farsi in compagnia è più divertente che farsi da soli e anche questa droga vi può far vedere i draghi, ve lo assicuro.

Oltre a questo blog scrivo anche su: http://www.mammaliturchidotorg.wordpress.com e su innumerevoli fogli e file che nascondo, e spesso perdo, accuratamente.

4 pensieri su “Outing

  1. io mi propongo come terapeuta (se mi aspetti quei 3 annetti) per aiutarti a guarire dalla tua terribile dipendenza, così poi puoi finalmente scrivere da sana. ma sia chiaro ragazza che questo devi fare.

    • Ti aspetto volentieri,
      deve essere una bella esperienza scrivere da sana, un po’ come la mia decisione di smettere di fare teatro e la settimana successiva andare a fare un corso di teatro come allieva e non come insegnante.
      conto i giorni.
      ti abbraccio
      aria

  2. puoi puntare sulle stilogtafiche; l’inchiostro si cancella con il tempo. puoi scrivere dei messaggi e li imbuchi nelle bottiglie. puoi incollare tutti i fogli e creare una piramide di carta che arriva al cielo.

    • la piramide non l’ho ancora provata ma la trovo interessante, mi ci cimenterò. Anche se questo non risolve il problema, ovvero la scrittura compulsiva che ha, in questo momento, un unica alternativa: guardare il soffitto.
      un abbraccio sporco di inchiostro.

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